Alberto Burri. La forza della Materia

Lezione della Prof.ssa Nadia Spogli

4 Ottobre 2023

Mercoledì 4 ottobre 2023 nella sala Refettorio della Biblioteca Sperelliana di Gubbio la Prof.ssa Nadia Spogli è stata protagonista dell' interessante incontro per i Soci dell'Università Terza Età Città di Gubbio sul tema "ALBERTO BURRI. LA FORZA DELLA MATERIA." 

Il gesto, il segno, la materia: sono questi gli elementi fondanti della nuova estetica sbocciata a cavallo fra gli anni Quaranta e Sessanta del Novecento. L’insoddisfazione verso la figura, la forma (da qui il temine con cui è noto questo tipo di arte, L’INFORMALE) e la valorizzazione delle libere manifestazioni dell’inconscio, portarono gli artisti dell’epoca a ragionare su un modo diverso di esprimersi. Più libero e passionale nella scuola americana che vede emergere personalità del calibro di Pollock, De Kooming, Rothko; mentre in Europa più concentrato su problematiche di natura sociale ed esistenziale con riflessioni profonde sul destino dell’individuo nella società contemporanea.

In Italia l’Informale si lega alla figura di Burri celebre per aver scoperto, con opere costruite da tele di sacco o plastiche bruciate, le proprie pulsioni, le manifestazioni visive del proprio io e dello stato d’animo, manipolando in maniera originalissima la materia.

La sua produzione inizia alla fine degli anni Quaranta, con la serie delle muffe, dei catrami, dei gobbi e dei ferri, che anticipano la stagione dei sacchi, dove usa stracci, camicie sventrate, cuciture, rammendi che si pongono come memoria di un passato traumatico, materie di scarto e di recupero secondo il concetto dadaista del ready-made.

Con la serie delle combustioni introduce l’uso del fuoco come mezzo espressivo, per cui l’azione creativa risulta distruttiva con l’intenzione di accelerare un processo di degradazione della materia che inesorabilmente in tempo distrugge. Bruciando il legno crea colore e sfumature che danno forma alle creazioni. Il fuoco disegna crateri, sconvolge la forma, il colore è forte e la materia profonda.  Aggredendo la superficie con la fiamma ossidrica ottiene forme, tagli e crateri.

La serie dei cretti, la cui materia prima è il caolino, è costituita da opere che presentano una superficie frammentata, a grandi fenditure a craquelure, tanto da sembrare terre lontane, aride, prive di acqua dove la vita scompare.

L’ultimo materiale è il cellotex, impasto di legno usato come supporto su cui l’artista interviene scalfendolo, incidendolo e dipingendolo.

Palazzo Albizzini a Città di Castello espone la collezione Burri composta da oltre 200 opere tra scultura, dipinti, bozzetti realizzati tra il 1948 al 1985.

Negli Ex Seccatoi del Tabacco sono ospitati i grandi cicli pittorici che rappresentano la svolta di Burri verso un’arte più complessa e monumentale dove la materia e il colore interagiscono per produrre pittura.

Nei sotterranei sono esposte 196 opere grafiche del Maestro, un percorso ricco di innovazioni e di documenti che raccontano la sua storia artistca.

Clicca sulla presentazione per ammirare le opere di Burri

Burri