I Macchiaioli

Lezione della Prof.ssa Nadia Spogli

10 Gennaio 2024

Caffè Michelangelo - I Macchiaioli. Questo il titolo della lezione tenuta dalla Prof.ssa Nadia Spogli mercoledì 10 Gennaio 2024 per i Soci dell'Università Terza Età Città di Gubbio.

 

Nei giovani artisti attivi a Firenze intorno al 1830 si avverte un singolare disagio che unisce lo spirito di ribellione sociale e politica con un’attiva volontà di riformare il genere pittorico guardando all’Europa. Il 1855 è l’anno cruciale, De Tivoli, Cecioni, Altamura tornano da Parigi portando la loro esperienza nel modo di intendere il paesaggio soprattutto con una pittura en plein air e verista. 


L’esperienza fatta dagli artisti italiani avviene presso la scuola di Barbizon, un piccolo villaggio vicino a Parigi, ai confini con la foresta di Fontainebleau, dove gli artisti francesi si riuniscono per lavorare all’aperto. Il gruppo è composto da T. Rousseau, F. Daubigny, F. Millet, G. Corot, i quali, dipingendo la natura attraverso pennellate libere, colgono la luce e la realtà così com’è. 


I tre giovani artisti, ritornati in Italia, frequentano il Caffè Michelangelo a Firenze dove è lì che comincerà la riqualificazione della pittura italiana, sostenuta dalla coscienza storica del momento importante che si stava vivendo. Fondamentale è la presenza dell’intellettuale Diego Martelli che diventerà figura di riferimento per tutto il gruppo macchiaiolo. (clicca per continuare a leggere)

I frequentatori del Caffè Michelangelo in via Larga sono eccentrici, matti, burloni, artisti, intellettuali; si riuniscono in una saletta per discutere in una Firenze molto libera culturalmente e politicamente sotto il Governo del Granduca di Toscana, Leopoldo, che accoglie tutti, anche chi proviene da altre regioni. 


Da sempre gli artisti si sono riuniti nei Caffè: a Parigi nel Caffè Guerbois, a Milano nel Caffè del Fumo, a Venezia nel Caffè Florian, a Roma nel Caffè Greco. Il Caffè Michelangelo si trovava presso l’Accademia di Belle Arti, in via Larga; nella prima stanza si accoglievano i clienti comuni, gli artisti in una sala interna, arredata con tavoli con il piano di marmo, sgabelli, divani, alle pareti quadri, lumiere, specchi e tendaggi. La stanza si chiamava Malibran, immersa nel fumo dei sigari, e dove si passava il tempo a discutere, a cantare, a fare caricature e a farsi caricaturare. 


I protagonisti del Caffè Michelangelo sono: Abbati, Banti, Boldini, Borrani, Cabianca, Cecioni, Costa, D’Ancona, De Nittis, De Tivoli, Fattori, Lega, Puccinelli, Sernesi, Signorini, Zandomeneghi. 


Si incomincia così a dipingere instaurando un rapporto diretto con il “vero”, cercando di attuare una pittura incentrata sulla contemporaneità e sul quotidiano. La stretta aderenza al vero li porta a teorizzare la semplificazione delle forme, abolendo il chiaroscuro e privilegiando l’accostamento dei toni di colore. Una tecnica che dava un effetto “macchia” in cui per accentuare il contrasto di colore si usa la tecnica dello specchio nero, annerito con il fumo delle lampade, per esaltare i contrasti chiaroscurali ed ottenere una resa cromatica molto originale detta del ton gris.


Nei pressi di Firenze nasce la scuola di Staggia, di Piagentina e di Castiglioncello, nella tenuta di Diego Martelli, dove soggiornano Fattori, Signorini, Sernesi. I temi trattati dagli artisti riguardano soggetti storici, la vita quotidiana, il lavoro dei contadini, le marine, il paesaggio en plein air. Alcuni artisti rileggono il Medioevo con occhio nuovo reinterpretando i temi in maniera moderna; sono artisti vicini alla corrente “purista” che considera la perfezione assoluta nell’arte raggiunta prima di Raffaello.

Alla fine degli anni ’60 il gruppo si scioglie e la loro eredità passa a De Nittis e Boldini in Francia, in Italia agli inizi del ’900 a Oscar Ghiglia, Plinio Nomellini, Amedeo Modigliani: il Novecento è ormai cominciato ma questa è un’altra storia.

Il gruppo dei Macchiaioli

Il Caffè Michelangelo - Adriano Cecioni

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I Macchiaioli