L'arte che parla. Esempi iconografici eugubini tra devozione e raccomandazione dell'anima - di Francesco Mariucci
Lezione del Dott. Francesco Mariucci
18 Ottobre 2023
“L’arte che parla. Esempi iconografici eugubini tra devozione e raccomandazione dell’anima.” Questo il titolo dell’incontro tenuto mercoledì 18 Ottobre 2023 per i Soci di Università Terza Età Città di Gubbio dal Dott. Francesco Mariucci nella Sala Refettorio della Biblioteca Sperelliana.
Partendo dalla domanda su quale sia la funzione dell’ arte figurativa nelle chiese, giungiamo ad approfondire la concezione tipicamente medievale/rinascimentale secondo cui quadri e affreschi devozionali “pro anima” hanno lo scopo di suscitare l’interesse dei devoti e di invitarli a pregare per l’anima del defunto a cui è dedicata l’opera, molto spesso sepolto nella chiesa in cui sono collocati.
La memoria del defunto va mantenuta in vita per permettergli di ottenere dai vivi suffragi e preghiere che ne aumentino la possibilità di purificazione e quindi di salvezza eterna.
Spesso in queste opere compare la figura del donatore che le ha commissionate e che in tal modo esprime il legame con il proprio caro defunto e la volontà di chiedere preghiere “pro anima” a chi si ferma ad ammirare l’opera. La bellezza impedisce l’indifferenza di chi guarda, ha il potere di trasformare lo sguardo in preghiera, è il mezzo attraverso il quale viene catturata l’attenzione del fedele e lo induce poi a pregare per l’anima dell’estinto.
Esempi autorevoli di questi quadri e affreschi devozionali “pro anima” a Gubbio sono: gli affreschi dell’abside della chiesa di Sant’Agostino, quello collocato nella nicchia posta sopra la fontana di via Dante dove un tempo c’era la porta dell’Ospedale nuovo di Sant’Agostino, un dipinto nel transetto della chiesa di San Domenico. A questi si aggiungono un affresco nella chiesa dei Bianchi, un altro a Caprignone, un polittico del Nelli a Pietralunga, senza parlare della Cappella di Palazzo Trinci a Foligno.
L’opera “pro anima” per eccellenza, tuttavia, è la Madonna del Belvedere di Ottaviano Nelli situata nella ex chiesa di Santa Maria Nuova a Gubbio, in cui Antonio di Mucciolo di professione tintore ha voluto eternare il suo amore per la giovane moglie, la donna dai biondi capelli che compare nell’affresco, per la quale si chiedono preghiere.