"Lucia di Lammermoor" ascolto guidato
Ascolto guidato dal Prof. Lucio Vinciotti
31 Gennaio 2024
L'ascolto guidato
Mercoledì 31 Gennaio 2024 i Soci dell'Università Terza Età Città di Gubbio sono stati guidati all'ascolto dell' opera "Lucia di Lammermoor" dal Prof. Lucio Vinciotti, proseguendo gli incontri con l'opera lirica che sono tanto graditi ed apprezzati da questo pubblico.
Di Gaetano Donizetti, su libretto di Salvadore Cammarano, tratta da The Bride of Lammermoor (La sposa di Lammermoor) di Walter Scott, questa è la più famosa tra opere del celebre compositore.
La prima assoluta ebbe luogo con grande successo al Real Teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835: nei ruoli dei protagonisti figuravano Fanny Tacchinardi (Lucia), Gilbert Duprez (Edgardo) e Domenico Cosselli (Enrico).
La versione scelta dal Prof. Vinciotti, con Coro e Orchestra del Metropolitan Opera e Direttore Richard Bonynge, vede come protagonisti: Lucia : Joan Sutherland (soprano) - Enrico: Pablo Elvira (baritono) - Edgardo: Alfredo Kraus (tenore) - Raimondo: Paul Plishka (basso) - Arturo: Jeffrey Stamm (tenore) - Alisa: Ariel Bybee (mezzosoprano) - Normanno: John Gilmore (tenore)
Programma di sala
ATTO PRIMO
4- Cruda, funesta smania - (Enrico, Normanno, Raimondo)
8- Regnava nel silenzio - (Lucia, Alisa)
9- Quando, rapito in estasi - (Lucia, Alisa)
11- Sulla tomba che rinserra - (Edgardo, Lucia)
12- Qui di sposa eterna fede - (Edgardo, Lucia)
13- Verranno a te sull’aure - (Edgardo, Lucia)
ATTO SECONDO
17- Soffriva nel pianto - (Lucia, Enrico)
18- Se tradirmi tu potrai - (Lucia, Enrico)
21- Al ben de’ tuoi qual vittima - (Raimondo, Lucia)
22- Per te d’immenso giubilo - (Coro)
23- Per poco tra le tenebre - (Arturo, Coro)
24- Dov’è Lucia - (Arturo, Enrico, Coro)
25- Piange la madre estinta- Ecco il tuo sposo - (Enrico, Lucia, Arturo, Raimondo, Alisa, Coro)
26- Chi mi frena in tal momento? - Edgardo, Enrico, Lucia, Arturo, Raimondo, Alisa, Coro)
ATTO TERZO
30- Ah, cessate quel contento - Dalle stanze ove Lucia - (Raimondo, Lucia )
32- Ardon gli incensi… - (Lucia, Normanno, Raimondo, Coro)
33- S’avanza Enrico!... - (Raimondo, Enrico, Coro, Lucia)
34- Spargi d’amaro pianto - (Lucia, Enrico, Raimondo, Coro)
Presentazione
ATTO PRIMO
L'opera è ambientata nella Scozia del 1500 con chiari riferimenti storici: in Scozia sta per diventare regina Maria Stuarda la cattolica, in Inghilterra è regina Elisabetta prima figlia di Enrico ottavo e Anna Bolena protestante.
Lucia è la sorella di Enrico della famiglia Ashton nemica dei Ravenswood a cui aveva sottratto la contea di Lammermoor e ora in difficoltà per non aver appoggiato Maria Stuarda. Questa è storia e su questa si inserisce il dramma di Lucia. (Clicca per continuare a leggere)
Enrico ha stabilito per lei un matrimonio di convenienza con Arturo Bucklaw rampollo di una famiglia molto potente che avrebbe salvato la sorte di Enrico. Ma Lucia si innamora di Edgardo della famiglia dei Ravenswood a cui Enrico aveva ucciso il padre.
Il primo brano in programma è di Enrico che, informato che hanno visto Lucia con Edgardo, canta: “Cruda funesta smania che m’hai destato in petto, è troppo orribile questo fatal sospetto, mi fa gelare e fremere mi drizza in fronte il crin!..”
Poi conosciamo Lucia . E’ con la sua dama di compagnia vicino ad una fontana e racconta una storia che ci fa capire come fosse un po’ instabile di mente. Una leggenda diceva che in quella fontana un marito geloso aveva ucciso la moglie per gelosia e Lucia dice di vederne il fantasma e di aver visto l’acqua diventare rosso sangue.
Il soprano è la Sutherland con eccezionali capacità, chiude con un acuto in mi che non tutti i soprano raggiungono. Infine conosciamo Edgardo che ricorda a Lucia la rivalità delle loro famiglie ma è dolcissima Lucia: “Deh ti placa .. deh ti frena..non ti basta la mia pena?” Si scambiano gli anelli poi cantano un duetto famosissimo “Verranno a te sull’aere i miei sospiri ardenti, udrai nel mar che mormora l’eco dei miei lamenti…spargi un’amara lacrima su questo pegno allor.” E chiudono con un acuto bellissimo, soprano copre tenore.
ATTO SECONDO
Edgardo è partito. Con una finta lettera fanno credere a Lucia che Edgardo ha un’altra e Lucia : “...Quel core infedele ad altra si diè l’istante di morte è giunto per me.” E Enrico: “Un folle ti accese un perfido amore: tradisti il tuo sangue per vil seduttore.”
Intanto in lontananza si sentono musiche festose. Enrico: “Giunge il tuo sposo…A te s’appressa il talamo.” E Lucia: "La tomba a me s’appresta!” Enrico le ricorda che la sua sorte è appesa a un filo: “A scozia comanderà Maria…Prostrata è nella polvere la parte ch’io seguia…Dal precipizio Arturo può sottrarmi, sol egli.”
Anche Raimondo, il tutore di Lucia, cerca di convincerla: “Al ben de’ tuoi qual vittima offri Lucia, te stessa; e tanto sacrifizio scritto nel ciel sarà..” Al termine di questo brano soprano e basso vanno sull’acuto e, cosa rara, il basso sovrasta il soprano.
Arriva lo sposo che offre ad Enrico la sua protezione poi chiede di Lucia che non vede. “Qui giungere or la vedremo…Se in lei soverchia è la mestizia maravigliar non dei…piange la madre estinta.” Arriva Lucia con una faccia da funerale che fa una smorfia in faccia allo sposo che invece è dolce con lei: “Ti piaccia i voti accogliere del tenero amor mio.” Infine quasi con la forza Lucia firma l’atto di matrimonio.
In tutte queste fasi, quasi tragiche, l’orchestra mantiene sempre un clima ansioso e di grande saspense. Ma si è appena concluso il matrimonio che irrompe in scena Edgardo appena tornato dal viaggio. Lucia si sente morire e qui Donizetti inserisce un concertato a sei voci che è una delle cose più belle di tutta l’opera. Inizia Edgardo “Chi mi frena in tal momento chi troncò dell’ire il corso” e in contemporanea Enrico: “Chi trattiene il mio furore, e la man che al brando corse...” Poi entra Lucia: “Io sperai che a me la vita tronca avesse il mio spavento, ma la morte non m’aita” poi via via tutti gli altri: Alisa, Raimondo, Arturo fino all’acuto finale con il soprano che sovrasta tutti. Un brano di grande spessore che zittisce tutti i critici detrattori di Donizetti.
ATTO TERZO
Questo è l’atto della pazzia di Lucia. Il matrimonio è stato registrato così Lucia e lo sposo Arturo si ritirano nelle loro stanze e tutti gli invitati festeggiano con canti e balli ma arriva all’improvviso Raimondo, il tutore di Lucia, che porta una notizia sconvolgente. “Ah cessate quel contento…dalle stanze ove Lucia trassi già col suo consorte, un lamento… un grido uscia come d’uom vicino a morte…Infelice! Della mente la virtude a lei mancò!”
Lucia è impazzita e ha ucciso lo sposo con la sua spada. Ed ecco apparire Lucia, in veste bianca tutta macchiata di sangue. Racconta il suo matrimonio ma non quello che ha fatto, bensì quello che avrebbe voluto fare. “Ardon gli incensi..splendono le sacre faci intorno!..Ecco il ministro! Porgimi la destra ...Oh lieto giorno! Alfin son tua, alfin sei mio. A me ti dona un Dio...”
Musicalmente parlando questo è il massimo modello musicato su questo tema della pazzia, un capolavoro della coppia Donizetti – Cammarano. Nell’orchestra ha un ruolo fondamentale il flauto che canta con Lucia e vola intorno a lei come un’ombra celeste. E’ difficile non commuoversi quando Lucia dice: “Alfin son tua alfin sei mio”.
Lucia perde anche l’uso della parola. Il canto diventa un picchettato, una serie di gorgheggi con il flauto, unico strumento, che le danza intorno come un folletto fino all’acuto finale su un mi impossibile che arriva come una liberazione.
Poi entra Enrico che viene informato dei fatti (per Enrico quella era una condanna a morte) ma può solo constatare la pazzia di Lucia. Infine l’addio alla vita di Lucia. Canta quest’ultima aria “Spargi d’amaro pianto il mio terrestre velo, mentre lassù nel cielo io pregherò per te. Al giunger tuo soltanto fia bello il ciel per me!” Conclude con quell’acuto in mi che ha caratterizzato tutta l’opera e su quell’acuto muore. L’opera continua con l’aria di Edgardo e la sua morte.