Piazza Grande. Uno spazio pubblico sospeso tra cielo e terra - di Fabrizio Cece
Conferenza di Fabrizio Cece
22 Novembre 2023
“Piazza Grande. Uno spazio pubblico sospeso tra cielo e terra.”
Questo il titolo dell’ interessante relazione che il noto e stimato ricercatore Fabrizio Cece ha tenuto mercoledì 22 novembre 2023 per i Soci dell’ Università della Terza Età Città di Gubbio.
Il relatore ha illustrato le tappe più significative della costruzione della piazza più illustre della città di Gubbio commentandone la sua storia, ricordando alcuni dei tanti studiosi che se ne sono occupati e presentando immagini di gran parte della piazza dopo le recenti operazioni di rimozione della pavimentazione.
Ha sottolineato, con la sua consueta meticolosità di ricercatore, come molte siano le notizie che si possono dare per acquisite a partire dal lontano 1321 quando ne fu decretata la costruzione e altrettanto numerose ancora le zone da «esplorare» in quanto, nonostante sia molta la documentazione disponibile, essa purtroppo non è omogeneamente distribuita tra i vari ambiti di interesse e lungo il corso dei secoli. (clicca per continuare a leggere)
Il 14 dicembre 1321 si gettano le basi amministrative per la costruzione dei nuovi palazzi pubblici del Comune e del Popolo della città di Gubbio e la scelta del luogo cade in una zona limitrofa a tutti i quartieri, là dove è presente una faglia, un fosso. Da qui la necessità di armonizzare le case a nord della piazza, il terrapieno oltre la scalea e la strada che passa tra i due palazzi.
Luogo di cerimonie pubbliche, come il giuramento del Podestà, sul finire del XIV secolo è ancora sede di orti e della pesa pubblica, operazione che veniva fatta sotto l’ arco della scalea. Nel XV secolo vengono costruite delle logge, “trasande”, portici difficilmente collocabili.
A metà del Quattrocento si ha notizia della fornitura di mattoni da parte di Sabatino e Agostino di Giovanni Floris, fornaciai, per pavimentare Piazza Grande. I mattoni verranno cotti nella loro fornace posta nel piano di Gubbio, oltre e vicino il fiume Saonda, con lunghezza, spessore e larghezza a somiglianza degli altri mattoni già posati nella detta piazza. Qui vengono inoltre rogati gli atti notarili del tempo.
E’ del 1475 il contratto tra il Comune e maestro Andrea di maestro Nicola per la realizzazione di un loggiato sopra le volte degli ambienti che si trovano davanti al palazzo del Podestà, sotto la piazza. Per far ciò si decide la demolizione del loggiato che si trova davanti al detto palazzo e di riutilizzare il materiale nella nuova struttura.
Nel 1481 il collegio consolare decide di completare la piazza stipulando il relativo contratto con maestro Battista di Franceschino di Perugia con la costruzione di tre speroni «incomenzati» e quattro arconi, lavori portati avanti con la compiacenza del Duca Federico e completati con la costruzione del murello a valle della piazza.
Nel 1507 inizia la costruzione del loggiato adibito a botteghe che unirà i due palazzi pubblici sul lato meridionale della piazza. Per la costruzione delle logge verrà utilizzata la pietra proveniente della demolizione della rocca feltresca.
Nel 1565 viene deciso di togliere i macelli dalle botteghe di Piazza Grande. Nella prima bottega delle logge c’è l’ufficio del registro (poi ampliato e destinato ad archivio) ed è documentato che nel 1588 nella prima loggia accanto al palazzo del Podestà c’è il parlatorio delle carceri e la confraternita della Misericordia chiede il permesso per fare una cappella nella seconda loggia per farvi celebrare la Messa a favore dei carcerati.
Nella prima metà del Seicento il Consiglio accantona l’idea di costruire una fontana nella piazza, fatto che suscita la riprovazione del duca di Urbino in una missiva al Luogotenente in Gubbio in cui si dice dispiaciuto che non si faccia “opera tanto honorata, lodevole e utile alla città.” La vicenda prosegue senza esito positivo fino a che si ha notizia di tal Domenico Nassi, scalpellino di Cortona, che nel 1678 lavora almeno 136 conci di pietra per la costruzione di una fontana in Piazza Grande, avanti il palazzo dei Consoli. L’opera però viene abbandonata alla fine dell’anno.
E’ del 1819 la notizia di patti per lo svolgimento di due “steccati” (una sorta di “corrida”, in cui cani addestrati cercavano di immobilizzare dei buoi, azzannandoli) in Piazza Grande che prevedono la presenza di almeno 20 vacche dalla Maremma, di cui 12 da far ferire dai cani i migliori dei quali saranno premiati. Insieme agli abili giostratori è presente in questo anfiteatro anche la "musica militare" o banda a spese del Comune. Tutto ciò per contribuire a sconfiggere la "melanconia" e la "tetraggine" degli eugubini. Vengono spesi centinaia di scudi.
Il 15 agosto 1821 nella Cattedrale “che era magnificamente apparata ebbe luogo con molta magnificenza la prima Messa pontificale di mons. Massi nuovo Vescovo, dopo la quale recitò una corta ma elegantissima e commovente omelia e compartì al numeroso popolo accorso la papale benedizione. Il 19 agosto, di sera doveva esservi in piazza Grande l’incendio di una machina lavorata da un fochista forastiero e per accrescere il concorso le logge di piazza Grande erano state parate a foggia cinese con quadri, specchi, lumiere, canapè, tavolini e facevano veramente una bella comparsa. Da capo e da piedi vi erano erette due caffetterie a comodo degli accorrenti. “ Tutto ciò doveva essere stato fatto il 15 agosto ,ma “il che fu impedito dal vento e dalla pioggia.” La descrizione dell’evento prosegue nei dettagli: “ Quello però che riescì vagamente fu l’illuminazione sotto le loggie di piazza ridotte a galleria alla foggia cinese ove durò il passeggio dall’Avemaria fin verso le tre ore della sera. Venivano ammesse là sotto le sole persone decentemente vestite e per verità le signore vi comparvero con molto lusso. Le logge erano tutte coperte di lenzuoli, damaschi ed ornate di tavolini, canapè, sedie, specchi, lumiere e placche, con molti quadri e con vari pezzi di scultura vagamente disposti sopra i tavolini. Da capo e da piedi vi erano due spacci di gelati ed altri rinfreschi ivi eretti a comodo degli accorrenti e a vantaggio de’ caffettieri. Ciò che riesciva di qualche fastidio si era che stante la moltitudine delle persone ivi radunate si passeggiava là sotto con molta difficoltà.”
La piazza dunque diventa sempre di più luogo di svago e di ritrovo.
Fino a quando negli anni venti del XIX secolo la famiglia Ranghiasci acquista il palazzo Galeotti in Piazza Grande. Si ha notizia dei fuochi d’artificio e girandole in piazza nel 1828 per la nascita del figlio di Francesco Ranghiasci e di Matilde Hobhouse.
Nel 1829 viene proposto il progetto dell’ing. Comunale Giovanni Nini per la costruzione del Ginnasio “al posto del colonnato della piazza,” progetto che viene prima bocciato, poi modificato e infine abbandonato. Il Comune acquista casa Bernabei per realizzare il Ginnasio.
Nel 1838 il Consiglio Comunale comincia a lamentare il problema delle infiltrazioni di acque piovane nella piazza e del pericolo per le volte. Così all’ Ing. Nini viene dato l’incarico di elaborare un progetto per ”rapezzare il selciato di detta piazza … a sicurezza degl’indicati voltoni.” Nini, dopo “gli assaggi”, aveva constatato che la piazza non era stata mai pavimentata. Si legge: “Che se poi non dispiacesse il temperamento di demolire il portico intermedio alle due fabbriche comunali, il quale oltreché presenta deformità è in grave pericolo di ruina per lo strapiombo dei muri laterali e per essere consunti li basamenti delle colonne …”. Si giunge infine alla nomina di una commissione per consultarsi con il cav. (ingegnere pontificio) Giuseppe Bertolini “che fortunatamente è in città”.
Già nel 1774 era stato rilevato che le volte del loggiato erano tutte compromesse, alcune cadute, i pilastri quasi tutti fuori piombo. Tanto che si era deciso di demolire il tetto realizzato «alla pazzesca», le volte compromesse e ricostruire la copertura solo a tetto.
Ecco quindi la fatidica data : il 19 maggio 1839. Il Consiglio Comunale, su rapporto dell’ing. Nini, ha deliberato di demolire il portico e di affidare la direzione dei lavori al conte Francesco Ranghiasci. Si legge nelle memorie del notaio Luigi Lucarelli:
«Oggi si è incominciata la demolizione del porticato in piazza Grande che dalla parte di mezzogiorno univa il palazzo vecchio a quello detto delle carceri. Una parte del detto porticato era chiusa e formava la prima camera dello archivio che pure è stata demolita. Per verità quel porticato era estraneo all’architettura delle due fabbriche e si vedeva un lavoro fatto per ripiego dopo la fabrica principale. Non ostante dubito che quanto verrà sostituito a quelle arcate possa forse esser peggio di ciò che pure è stato bene per quattro e più secoli».
Nini quindi progetta il nuovo murello, pare su indicazioni del conte Ranghiasci. E’ sostanzialmente simile a quello del 1838. Nel 1840 la Legazione di Urbino e Pesaro blocca i lavori del completamento della piazza e della costruzione del murello. Nel 1841 il murello viene appaltato a Germano Gaoti. Per la parte esterna, verso via Baldassini, dovrà essere riutilizzato il materiale lapideo «in mezza conciatura» proveniente della demolizione del loggiato. Per la parte interna, verso la piazza, dovranno essere impiegati i mattoni «di prima scelta» provenienti del portico abbattuto. Il 23 novembre 1842 si ha infine il collaudo del muro di parapetto.
Nel 1858 la Delegazione di Urbino e Pesaro pubblica il progetto di riparazione ai voltoni di Piazza Grande.
Dal 1866 al 1876 si ha la realizzazione della nuova pavimentazione solo nella parte meridionale della piazza. Vicenda lunga, da ricostruire nei dettagli. Pavimentazione «con laterizi in coltello disposti a spina, all’effetto di impedire le infiltrazioni dell’acqua piovana negli ambienti sottoposti prospicienti la Via Baldassini».
Nel 1879 si pensa di demolire il murello e sostituirlo con una balaustra in ferro. Nel 1898 viene restaurato il murello insieme agli elementi di palombino, dalla Ditta Luigi Faramelli e C.
Il progetto per la pavimentazione di Piazza della Signoria del 1915 con tutta probabilità non viene eseguito a causa della guerra.
Dal 1970 al 1973 vengono eseguiti vari lavori nella città di Gubbio: il restauro della Basilica di Sant’Ubaldo, la pavimentazione di Piazza della Signoria (terminati il 30 dicembre 1970) e del sottopassaggio di Via Galeotti , il restauro e consolidamento della chiesa di Santa Maria della Vittorina. Nel 1971 in Piazza Grande viene istituito il divieto di sosta.
E dopo il crollo del 2008 dovuto alla pioggia ……………..arriviamo ai giorni nostri ………..in cui stanno fervendo i lavori di restauro e pavimentazione di questa che è una delle piazze più caratteristiche e spettacolari d’Italia per restituirla in tutto il suo splendore alla cittadinanza e ai visitatori.