"Rigoletto" ascolto guidato
Ascolto guidato dal Prof. Lucio Vinciotti
29 Maggio 2024
L'ascolto guidato
Mercoledì 29 Maggio 2024 i Soci dell'Università Terza Età Città di Gubbio, proseguendo gli incontri con l'opera lirica. sono stati guidati dal Prof. Lucio Vinciotti all'ascolto di "Rigoletto",
melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal dramma "Le Roi s'amuse" ("Il re si diverte") dello scrittore francese Victor Hugo.
Ruoli
Il Duca di Mantova, (Tenore)
Rigoletto, buffone di Corte (Baritono)
Gilda, figlia di Rigoletto (Soprano)
Sparafucile, sicario (Basso)
Maddalena, sorella di Sparafucile (Contralto)
Giovanna, custode di Gilda (Mezzosoprano)
Il Conte di Monterone, (Baritono)
Marullo, cavaliere (Baritono)
Matteo Borsa, cortigiano (Tenore)
Il conte di Ceprano, (Basso)
La contessa, sposa del conte di Ceprano (Mezzosoprano)
Usciere di corte, (Basso)
Paggio della Duchessa, (Soprano)
Cavalieri, Dame, Paggi, Alabardieri, (Coro)
Durante una festa a Palazzo, il Duca di Mantova confida a Borsa di voler corteggiare una giovane ragazza (Gilda), non sapendo però trattarsi della figlia del deforme Rigoletto (il buffone di Corte). Fa irruzione il Conte di Monterone maledicendo il Duca per aver disonorato sua figlie, e Rigoletto per essersi beffato del suo dolore di padre.
Finita la festa, il Duca va a casa della giovane Gilda sotto mentite spoglie. I due si giurano amore eterno.
Intanto Marullo, Borsa, il Conte di Ceprano e un gruppo di cortigiani partono per rapire Gilda (che credono essere l'amante di Rigoletto), per vendicarsi del buffone. Con l'inganno fanno partecipare al rapimento anche lo stesso ignaro Rigoletto.
Il Duca vede quindi la giovane Gilda condotta a palazzo e ne approfitta per attentare alla sua virtù. Rigoletto giura vendetta verso il Duca per aver disonorato sua figlia.
Rigoletto assolda quindi Sparafucile - un sicario - per uccidere il Duca. Maddalena (sorella di Sparafucile) dovrà attirare il Duca in una locanda fuori Mantova, poi Sparafucile lo ucciderà. Maddalena però si innamora del giovane e propone al fratello di uccidere il primo straniero che bussi alla porta della locanda e ingannare così Rigoletto.
Gilda - avendo ascoltato tutto e provando ancora un profondo sentimento per il Duca - si sacrifica, bussando alla porta della locanda.
Rigoletto, preso il sacco in cui Sparafucile ha messo il corpo, si reca al fiume per gettarlo; solo allora si rende conto che il corpo non è del Duca bensì della sua amata figlia. (clicca e continua a leggere)
ATTO I
Nella sala del Palazzo Ducale di Mantova è in corso una festa. Cavalieri, Dame e Paggi si accompagnano a musica e scrosci di risa.
Il Duca di Mantova svela al fido Borsa il suo intento: insidiare una giovane ragazza che da tre giorni vede uscire dal Tempio e che ha già seguito fino a casa. Il Duca però ancora non sa che trattasi di Gilda, la figlia di Rigoletto (il deforme buffone di Corte).
Borsa cerca di dissuaderlo, facendogli notare tutte le belle dame presenti alla festa. Il Duca torna quindi a corteggiare la Contessa di Ceprano, donna su cui ha già puntato gli occhi.
Il Duca e la Contessa si allontanano insieme, provocando le ire del Conte che li segue. Rigoletto - assistendo alla scena - sbeffeggia il Conte.
Marullo intanto, racconta ad un gruppo di astanti, la nuova notizia: ha visto il gobbo e deforme Rigoletto insieme ad una donna, probabilmente sua amante.
Il Duca parla con Rigoletto dei problemi che sta avendo ad avvicinare la Contessa di Ceprano senza che il Conte li infastidisca. Rigoletto propone allora al Duca di esiliarlo o decapitarlo. Il Duca rimprovera il buffone di prendere troppo alla leggera le parole e di estremizzare lo scherzo. I due non sanno però che il Conte di Ceprano ha ascoltato questa loro conversazione.
Irrompe nella sala l'anziano Conte di Monterone; vuole vendicare l'onore di sua figlia, sedotta anch'ella dal Duca di Mantova.
Rigoletto segue la scena deridendo l'anziano uomo. Il Conte allora rivolge una maledizione verso il Duca di Mantova e verso Rigoletto, rimproverandolo di deridere il dolore di un padre. Due alabardieri portano via il Conte di Monterone, mentre Rigoletto rimane profondamente turbato da quelle parole.
Mentre ritorna a casa ripensando alla serata, Rigoletto viene avvicinato da Sparafucile. Il sicario gli offre i suoi servigi, offrendogli l'uccisione dei suoi nemici in cambio di denaro. Gli racconta di come utilizzi sua sorella Maddalena per attirare gli uomi in cerca di avventure, e poi li uccida. Rigoletto però lo allontana e torna a casa.
Entrato in casa viene accolto dalla figlia Gilda. Rigoletto ha paura che possa succederle qualcosa (il suo ruolo di buffone di Corte lo espone a farsi molti nemici). La giovane lo rassicura dicendogli che da quando si è trasferita lì (tre giorni prima) è uscita di casa solo per andare al Tempio. Gilda non conosce ancora il nome del padre, nè tantomeno è a conoscenza del suo ruolo a Corte.
Rigoletto raccomanda a Giovanna - la custode della giovane ragazza - di vegliare su di lei e proteggerla.
Rigoletto esce a controllare se qualcuno l'abbia seguito; furtivamente il Duca di Mantova entra in casa inosservato e scopre che Gilda è in realtà la figlia di Rigoletto.
Porge una borsa a Giovanna per farla tacere comprandone il silenzio. Raggiunge Gilda la quale, vedendolo, riconosce in lui il bel giovane che ha attirato la sua attenzione al Tempio. I due si giurano subito amore. Quando la ragazza chiede quale sia il suo nome, il Duca risponde di essere un povero studente di nome Gualtier Maldè.
Udendo dei rumori all'esterno, il Duca si allontana, credendo che Rigoletto stia rientrando in casa.
Intanto Marullo, Borsa, il Conte di Ceprano e altri cortigiani armati si stanno recando verso casa di Rigoletto per rapire quella che loro credono l'amante del buffone di Corte e così vendicarsi di lui. Lungo il tragitto incrociano proprio Rigoletto; al buio fitto egli non riconosce il gruppo di persone, solo Marullo si fa avanti. Gli dice che sono diretti a casa della Conte di Ceprano, per rapire la Contessa e portarla al Duca. Rigoletto - rassicurato - decide di unirsi a loro. Il gruppo di cospiratori lo obbliga a indossare una maschera e una benda che lo rendono incapace di vedere e udire.
Giunti sotto casa, piazzano una scala per salire sul terrazzo ed entrare nella casa; Rigoletto rimane fuori a tenere la scala per gli assalitori.
Il gruppo entra e rapisce la giovane Gilda, lasciando cadere in strada lo scialle della giovane. Dopo un po' di tempo, non vedendo tornare gli assalitori, Rigoletto si toglie maschera e benda; riconosce allora la sua casa e vede in terra lo scialle della figlia.
Preso dalla disperazione, ripensa alla maledizione lanciata dal Conte di Monterone.
ATTO II
L'indomani mattina, il Duca di Mantova scopre che la sua amata Gilda è stata rapita: giura vendetta verso i rapitori. Poi però Marullo, il Conte di Ceprano, Borsa e gli altri entrano nel salotto del Palazzo Ducale, raccontando al Duca di aver rapito e condotto a Palazzo "l'amante" di Rigoletto.
Il Duca trasale, capendo subito trattarsi della sua amata Gilda. Si allontana dunque per incontrare la sua amata.
Rigoletto entra a Palazzo, fingendo indifferenza, cercando di scoprire dove i rapitori hanno nascosto sua figlia. Capendo che è in compagnia del Duca, si getta verso la porta della camera, ma i cortigiani si frappongono per bloccarlo.
Alla fine Gilda esce dalla camera e abbraccia il padre: gli confessa di aver perso l'onore e essersi innamorata di quello che credeva essere un povero studente.
Rigoletto giura dunque vendetta verso il Duca.
ATTO III
Una locanda diroccata, appena fuori dalla città di Mantova. Rigoletto e Gilda sono lì fuori in attesa; all'interno solo Sparafucile.
Gilda confessa al padre di amare il Duca di Mantova. Rigoletto le spiega che non è l'uomo che lei crede, che corteggia molte donne e poi le abbandona.
All'interno della locanda intanto entra il Duca di Mantova vestito da semplice Ufficiale di Cavalleria, chiedendo una stanza e del vino.
Sparafucile dà un segnale e sua sorella Maddalena entra nella locanda. Il Duca si lancia nel corteggiamento della giovane donna.
All'esterno Rigoletto e Gilda assistono alla scena. La giovane innamorata rimane scioccata dall'udire quelle stesse parole - una volta indirizzate a lei - rivolte a un'altra donna. Rigoletto le intima di partire in sella a un cavallo e andare a Verona; lui l'avrebbe raggiunta il giorno successivo.
Sparafucile esce dalla locanda per parlare con Rigoletto: riceve da lui una parte del denaro per portare a compimento l'uccisione del Duca. Rigoletto si allontana, impartendo al sicario un ultimo ordine: vuole essere lui stesso a gettare nel fiume il corpo senza vita del Duca.
Intanto la giovane Maddalena sta cedendo al fascino del Duca, tanto da provare un sentimento per lui. Sparafucile rientra nella locanda e fa accomodare il Duca in una stanza per la notte.
Gilda - non potendo sopportare di abbandonare il suo amato - torna verso la locanda, travestita da mendicante.
All'interno sente Sparafucile e Maddalena che parlano dell'imminente uccisione del Duca. Maddalena si è invaghita del giovane e vorrebbe salvarlo, proponendo al fratello di uccidere invece Rigoletto e rubargli il resto del denaro. Viste le rimostranze del fratello, Maddalena propone una soluzione alternativa: se qualcuno fosse entrato nella locanda prima di mezzanotte, l'avrebbero ucciso al posto del Duca e intascato il resto dei soldi da Rigoletto.
Sentendo queste parole, Gilda capisce che anche Maddalena è innamorata del giovane Duca. Decide allora di immolare la sua vita per risparmiare quella del suo amato: bussa alla porta della locanda e va incontro alla sua fine.
Rigoletto fa ritorno alla locanda: consegna il denaro a Sparafucile e riceve un sacco con dentro quello che pensa essere il corpo del Duca.
Parte verso il vicino fiume per gettarvi il cadavere. Arrivato alla sponda del fiume, ode però una voce in lonatananza: quella del Duca.
Rigoletto apre allora il sacco per vedere cosa contiene: vi scopre la figlia ormai moribonda. Gilda chiede al padre di perdonare questo suo gesto d'amore e di perdonare il suo amato Duca. Con queste parole la giovane si spegne.
Rigoletto urla il suo dolore contro la maledizione del Conte di Monterone e si accascia sul corpo senza vita della figlia.
Programma di sala
RIGOLETTO
(Teatro La Fenice di Venezia 11/03/1851)
Melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi
Libretto di Francesco Maria Piave
Coro e orchestra del Metropolitan Opera – Direttore: James Levine
Gilda : Ileana Cotrubas (soprano)
Rigoletto: Cornell Macneil (baritono)
Il Duca di Mantova: Placido Domingo (tenore)
Sparafucile: Justino Diaz (basso)
Maddalena: Isola Jones (contralto)
ATTO PRIMO
4 - Questa o quella per me pari sono (Duca)
8 - Figlia! Mio padre! (Rigoletto - Gilda)
9 - Già da tre lune son qui venuta (Gilda - Rigoletto - Giovanna - Duca)
11- E’ il sol dell’anima (Duca- Gilda)
13- Gualtier Maldè…Caro nome (Gilda)
ATTO SECONDO
17- Parmi veder le lacrime (Duca)
23- Tutte le feste al tempio (Gilda)
24- Ah! Solo per me l’infamia (Rigoletto - Gilda)
25- Poiché fosti invano da me maledetto- Si vendetta (Monterone-Rigoletto-Gilda)
ATTO TERZO
27- La donna è mobile (Duca)
28- Un di, se ben rammentomi (Duca - Gilda - Maddalena - Rigoletto)
29- Bella figlia dell’amore (Duca - Maddalena - Gilda - Rigoletto)
31- E’ amabile invero cotal giovinotto (Maddalena - Sparafucile - Gilda)
34- V’ho ingannato…colpevole fui (Gilda - Rigoletto)
APPUNTI DEL PROF. LUCIO VINCIOTTI
RIGOLETTO
Opera del 1851, la prima della cosidetta trilogia popolare che comprende Rigoletto, Trovatore e Traviata . La trama è tratta dal romanzo di Victor Hugo “Il re si diverte” L’opera ebbe molti problemi con la censura di allora perché nel libro si parlava dell’uccisione del re Francesco primo di Valois del 1500 e a metà ottocento , anche se c’era stata la rivoluzione francese, l’Italia del nord era sotto la monarchia austriaca. Così dopo molte trattative si arrivò ad un compromesso. Verdi sostituì il re Franceso primo con un più anonimo Duca di Mantova. Rigoletto è il buffone di corte, gobbo, deforme che irride tutti anche in modo feroce.
L’opera inizia con una gran festa nel castello del duca e, neanche a dirlo, il duca si mette a corteggiare la più bella della festa , la contessa di Ceprano e a un cortigiano che gli fa notare che lei è sposata il duca canta questa prima aria che ascoltiamo che ci fa capire subito che tipo è “Questa o quella per me pari sono a quant’altre d’intorno mi vedo; del mio core l’impero non cedo meglio ad una che ad altra beltà… Dè mariti il geloso furore, degli amanti le smanie derido.”
Mentre lui corteggia la contessa di Ceprano, che non aspetta altro, Rigoletto con cattiveria prende in giro il marito e gli dice: “In testa che avete signor di Ceprano?”
Poi conosciamo Rigoletto e sua figlia Gilda. Gilda è sempre stata in collegio e non conosce nulla, ora da tre mesi sta con il padre Rigoletto che è ossessionato dall’idea che qualcuno possa approfittare dell’ingenuità della figlia. Lei gli chiede della madre “Se non volete di voi parlarmi almen dite chi sia la madre mia” “Deh non parlare al misero del suo perduto bene. Ella sentia quell’angelo pietà delle mie pene…per compassion mi amò”. Poi Rigoletto si rivolge a Giovanna, la governante, intimandole di non aprire a nessuno. “Veglia o donna questo fiore che a te puro confidai. Non sia mai che s’offuschi il suo candor, lo difendi e immacolato lo ridona al genitor”. Queste sono le arie tipiche di Verdi. Dice Gilda “Quanto affetto! Quali cure, che temete padre mio, lassù in cielo presso Dio veglia un angelo protettore”. Ma il duca aveva già messo gli occhi su Gilda nell’unica occasione in cui a Gilda era concesso di uscire , in chiesa alla messa della domenica, così va alla casa di lei e Giovanna lo fa entrare di nascosto.
Il duca sa come corteggiare le donne. “E’ il sol dell’anima la vita è amore. Sua voce è il palpito del nostro cuore…Adunque amiamoci, donna celeste, d’invidia agli uomini sarò per te” (complimento più grande non si può fare ad una donna). Dolcissima e ingenua è la risposta di Gilda: “Ah dei miei verginei sogni son queste le voci tenere sì care a me!” Il duca le dice di chiamarsi Gualtier Maldè e di essere uno studente povero e Gilda se ne innamora perdutamente ma per ora la cosa finisce lì perché si sentono forti rumori da fuori e il duca è costretto ad andarsene. Sono i cortigiani del duca che per punire Rigoletto hanno deciso di rapire quella che credono essere la sua amante. Gilda canta “Gualtier Maldè. Nome di lui sì amato ti scolpisci nel mio cuore innamorato. Caro nome che il mio cuore festi primo palpitar, le delizie dell’amore mi dei sempre raccontar”.
L’atto finisce con i cortigiani che rapiscono Gilda.
SECONDO ATTO
Gilda è stata rapita ma il duca non sa né da chi né perché così canta un’aria piena di dolcezza e rimpianto e dice “Parmi veder le lacrime scorrenti da quel ciglio quando fra l’ansia e il dubbio del subito periglio dell’amor nostro memore il suo Gualtier chiamò”. Vedere l’opera a teatro o da DVD non è la stessa cosa. In questo caso, ad esempio, il duca è inquadrato sempre in primo piano e spesso il solo volto così si possono notare certi particolari come il costume che indossa ricostruito su quelli storici di allora e barba e capelli come usava allora. Va detto che Domingo impersona alla perfezione quel donnaiolo che era il duca di Mantova anche perché un pò donnaiolo è stato anche lui nella vita.
I cortigiani raccontano al duca del rapimento e lo informano che Gilda, che loro credono essere l’amante di Rigoletto, è in una stanza del castello. Il duca non aspettava altro e va da lei dicendo di non essere disturbato per nessun motivo.
Poi arriva Gilda in camicia da notte (è stata col duca) e racconta al padre come avesse conosciuto il duca la prima volta Chiede di restare sola col padre, si sente disonorata ma anche innamorata. Racconta al padre come abbia conosciuto il duca e questa è una delle pagine più dolci e tenere che siano state scritte da Verdi. Un oboe all’inizio introduce la melodia. E’ bello anche il testo: “Tutte le feste al tempio mentre pregava Iddio, bello e fatale un giovine offriasi al guardo mio; se i labbri nostri tacquero, dagli occhi il cor parlò. Furtivo fra le tenebre sol ieri a me giungeva. Sono studente, povero, commosso mi diceva, e con ardente palpito amor mi protestò”. Rigoletto la rassicura che la vendicherà ma questo mette ancora più ansia a Gilda perché lei si è innamorata del duca. L’atto si chiude con il famoso duetto “Vendetta tremenda vendetta”. Si vede passare un prigioniero (è Monterone che aveva maledetto il duca e Rigoletto) e a lui Rigoletto giura che sarà lui stesso a punire il duca.
TERZO ATTO
Il terzo atto si svolge in una locanda in cui il duca si reca per corteggiare Maddalena che la gestisce con il fratello Sparafucile che di mestiere fa il killer a pagamento. Rigoletto lo sa e gli ordina, per venti scudi, di uccidere il duca. Intanto il duca corteggia Maddalena e canta l’aria più famosa di Rigoletto “La donna è mobile”. Mi voglio fermare un po' su questo brano. Intanto c’è un giudizio di Stravinski quando c’era la polemica con quelli che ritenevano che la musica di Verdi non fosse all’altezza di quella di Wagner; lui disse: “C’è più musica nella donna è mobile di Verdi che in tutta la tetralogia di Wagner“. Poi il testo: quattro strofette che ci dicono cosa pensa il duca delle donne. Prima strofetta “La donna è mobile qual piuma al vento, muta d’accento e di pensiero” Seconda strofetta “Sempre un amabile leggiadro viso in pianto o in riso è menzognero”. Terza strofetta “E’ sempre misero chi a lei s’affida, chi le confida mal cauto il core!” Quarta strofetta “Ma pur non sentesi felice appieno chi su quel seno non liba amore!”
Poi segue il concertato più famoso di tutto il melodramma italiano preceduto da un duetto Duca Maddalena “Bella figlia dell’amore schiavo son dei vezzi tuoi, con un detto sol tu puoi le mie pene consolar” Rigoletto e Gilda nascosti sentono tutto e Rigoletto a Gilda “E non ti basta ancor” e lei “Iniquo traditor”. Rigoletto paga per assassinare il duca ma Maddalena non vuole, si è innamorata anche lei del duca. Propone a Sparafucile di ammazzare il gobbo e portargli via i soldi e Sparafucile, questa è la battuta più bella, “Non sono mica un bandito”. Ma Maddalena insiste e Sparafucile le da un’ultima possibilità. Se prima di mezzanotte qualcuno busserà alla locanda questo verrà ucciso al posto del duca. Gilda sente tutto e bussa alla locanda e muore .La maledizione. I fiati con trombe e tromboni sottolineano il dramma che si è concluso.