Fanfara Bersaglieri "R. Reggianini" Gubbio

ESIBIZIONE DELLA FANFARA “COLONNELLO R. REGGIANINI” PER L’UNIVERSITA’ DELLA TERZA ETA’ CITTA’ DI GUBBIO

Refettorio della Biblioteca Comunale al completo mercoledì 12 ottobre per la suggestiva esibizione della Fanfara Bersaglieri “Colonnello Renzo Reggianini” Gubbio.

Il concerto, voluto ed organizzato dall’ Università Terza Età Città di Gubbio  e presentato da Elisabetta Scassellati, ha vissuto emozionanti momenti nell’ascolto di pezzi celebri del repertorio bersaglieresco, popolare, militare e patriottico.

Calorosi i ringraziamenti espressi dalla Presidente dell’Università, Prof.ssa Luciana Baldinelli, ai componenti della Fanfara, al capo Fanfara Massimiliano Martinelli, al Maestro Giordano Palazzari e al Presidente dell’Associazione Bersaglieri Gubbio Ivo Lucci.

Il canto dell' Inno di Mameli ha aperto e concluso la serata con la partecipazione entusiasta di tutti i presenti e dell’ eclettico dott, Francesco Palmisano di Bari, commercialista, esperto pilota ed ottimo cantante.

SCALETTA E TESTI

Di seguito riportiamo la scaletta e i testi del Concerto della Fanfara dei Bersaglieri, per gentile concessione della Dott.ssa Elisabetta Scassellati che lo ha presentato.  


DISPOSIZIONE IN FORMAZIONE DA CONCERTO

 

Presentazione

Nata  agli inizio nel 2019 all’ interno dell’ Associazione nazionale bersaglieri sezione di Gubbio la fanfara  ha iniziato un percorso di addestramento e prove musicali per la formazione ufficiale ma si è dovuta quasi subito fermare causa emergenza Coronavirus . La costituzione  è stata voluta dal presidente della sezione Cap. in congedo Ivo Lucci e da tutti i Bersaglieri associati, in collaborazione con il maestro Giordano Palazzari, diplomato al conservatorio, che ne ha assunto la direzione artistica ed il capo fanfara bersagliere Maximiliano Martinelli, già componenti della fanfara del 3° reggimento bersaglieri Goito. Il Lockdown e il Covid non hanno scoraggiato i componenti: ex militari nel corpo dei Bersaglieri, esperti musicisti, diplomati e diplomandi compresi tanti altri giovani eugubini e gualdesi, anzi ha rafforzato in loro la voglia di esibirsi quanto prima in pubblico e portare alto lo spirito bersaglieresco. La partecipazione alla sfilata di Roma ai Fori Imperiali per il raduno nazionale del 25 settembre insieme alla Fanfara Regionale Umbra, risultata la più numerosa, li ha esaltati ed integrati totalmente nello spirito bersaglieresco. La prima uscita ufficiale è stata al Misano World Circuit “ Marco Simoncelli “ in occasione della gara finale del campionato europeo “ Grand Prix Truck “, davanti ad oltre 7.000 spettatori provenienti da tutte le nazioni europee, con una performance applaudita da tutti ed accompagnata durante l’esecuzione dell’Inno di Mameli dal canto degli spettatori italiani, concludendo con il grido “ Viva l’Italia “. La fanfara vanta già numerose collaborazioni in giro per l’italia riscuotendo ovunque grande successo e partecipazione da parte del pubblico per il repertorio festoso e brillante. Questa sera vi presentiamo un programma ricco con brani tipici della tradizione bersaglieresca alternati con musiche famose tra le più popolari che ricordano le vicende del nostro paese.

Ecco a voi la fanfara bersaglieri colonnello Renzo Reggianini Gubbio.  continua a leggere cliccando qui 


IL COLONNELLO

MARCIA D’ORDINANZA

Bella non piangere se mi vedrai partire, vado alla guerra per vincere o morire. Se vincerò a casa tornerò, se morirò mai più ti rivedrò. O bella morettina

l’Italia è lunga assai, ma il bersaglier cammina e non si stanca mai …Cosi recita il testo della marcia d’ordinanza del corpo dei bersaglieri scritta a fine 1800, corpo tanto amato e osannato in ogni dove . Una frase  molto famosa recitava Il soldato tedesco ha stupito il mondo, il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco. ROMMEL

 

 ELISABETTA

Il corpo dei bersaglieri (ora specialità della fanteria) nacque il 18 giugno deI 1836, per volontà del capitano Alessandro La Marmora. L’Ufficiale presentò al re Carlo Alberto uno studio intitolato Proposizione per la formazione di una compagnia Bersaglieri, il Sovrano accolse la proposta e, con R.D. del 18/6/1836, autorizzò la creazione della 1^ Compagnia del Corpo dei Bersaglieri. La Marmora voleva formare reparti celeri di carabine che dovevano avere una notevole possibilità di rapidi spostamenti caratterizzati da un fuoco preciso ed utile alle piccole distanze; in poche parole, l’intento era quello di avere a disposizione reparti di fanteria celere. I bersaglieri dovevano avere grande resistenza alle fatiche, per effettuare tanti e rapidi spostamenti, ottima mira con la carabina e intelligenza per trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto.


BERSAGLIERE ROMANO

Mamma nun piagne famme sto piacere contento sò d’andare a fa er soldato sarò d’Italia ‘n bravo Berzajiere perché alla Patria er core jo donato pel Tricolore che simbolo d’amore combatterò finche me batte er core. Parte inziale del testo di uno dei più bei canti dei bersaglieri dal titolo bersagliere romano. Racconta del bersagliere che lascia la sua roma i suoi affetti per arruolarsi ma con fierezza ed impeto .

 

FLICK FLOCK

È ora di Flik flok brano famosissimo e conosciuto come la marcia dei bersaglieri;  fu scritta dal compositore milanese Paolo Giorza per ricordare la presa di Roma del 20 settembre 1870, avvenuta ad opera dei Bersaglieri attraverso la Breccia di Porta Pia. Da allora divenne l’inno ufficiale dei Bersaglieri. L’autore Paolo Giorza nacque a Milano nel 1832 e morì a Seattle, USA nel 1914. Dopo avere tentato con poco successo l’esperienza operistica si dedico alla direzione d’orchestra in America e in Australia. Compose 2 opere, 50 balletti, musica sacra, pezzi per banda e canzoni popolari fra cui le famosissime: La bella Gigogin e Flik flok.

 

 BERSAGLIERI CICLISTI

Nei primi anni del Novecento si costituì il reparto bersaglieri ciclisti e non molto tempo dopo anch’essi si fornirono di “fanfare dei bersaglieri ciclisti”. Le trombe rimasero legate al cordone tenuto al collo, mentre gli accompagnamenti, i baritoni e i bassi, venivano portati a tracolla. Con la fine della Grande Guerra vennero banditi concorsi per capi-fanfara ed iniziarono a formarsi sempre più bande militari e civili: era il periodo dei concerti di piazza. Anche le Fanfare erano impegnate nelle piazze, nacque così “l’incarico 48: i trombettieri”. Essi vennero staccati dalla fanfara e assegnati due per compagnia. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale segnò la fine di quella bella parentesi nelle piazze: i trombettieri ritornarono ai loro reggimenti lanciando i loro squilli nei momenti dell’attacco e in quelli del dolore. Terminato il conflitto i primi reparti dell’esercito furono ricostituiti e il trombettiere tornava al suo compito: scandire i segnali di caserma e alla sera, suonando il silenzio, far rivivere la gloria dei tanti commilitoni caduti.

 

  LA LEGGENDA DEL PIAVE

Uno dei brani patriottici più famosi, La leggenda del Piave, conosciuta anche come La canzone del Piave, Il Piave mormorava o semplicemente Il Piave, è una delle più celebri canzoni patriottiche italiane. Il brano fu composto nel giugno 1918 dal maestro napoletano Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo pseudonimo di E. A. Mario).

Durante la seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il governo italiano l'adottò provvisoriamente come inno nazionale, poiché si pensò fosse giusto sostituire la Marcia Reale con un canto che ricordasse la vittoria dell'Italia nel primo conflitto mondiale. La monarchia italiana era infatti stata messa in discussione per aver consentito l'instaurarsi della dittatura fascista. La leggenda del Piave ebbe la funzione di inno nazionale italiano fino al 1944, quando fu reintrodotta la Marcia Reale dopo il ritorno di re e governo nella Capitale liberata.

La fanfara presenterà una versione prettamente bersaglieresca brillante solo suonata.

 

  

ADDIO MIA BELLA ADDIO

Conosciuta anche come l’addio del volontario, questa canzone fu scritta da alcuni volontari del battaglione toscano studentesco (Università di Pisa e Siena) che partirono per respingere l'invasione austriaca lasciando i libri e imbracciando i fucili, a Curtatone e Montanara il 28 e 29 maggio. Per quanto poco romantico possa sembrare è il primo esempio di coscienza popolare italiana, dove una classe medio borghese parte per il fronte (prima linea) professori e studenti accanto.

Di questi (erano poco più di trecento) ne tornarono una manciata, per poi vedere la Toscana cadere nel 1849 con la presa di Livorno (16 maggio), operata dal Granduca che vendette tutto il Granducato per un milione di Svanziche. l ’autore del testo fu identificato successivamente  con Carlo Alberto Bosi Anno1848.

 

Presentazione e intitolazione fanfara

La Fanfara è intitolata al Bersagliere Colonnello Renzo REGGIANINI, sposato con l’eugubina Alda Filippetti, i cui figli Maria Vittoria e Renzo risiedono a Gubbio presso Villa Filippetti, all’interno della quale custodiscono gelosamente le divise ed i cimeli del loro genitore. I primi di dicembre la Fanfara è stata presentata   ufficialmente ai figli del Col. Renzo Reggianini comandante del 2° Rgt. Bersaglieri, partì per il fronte greco e alla fine della Campagna (Aprile 1941) rimase di stanza in Grecia, nell’isola Eubea. Dopo l’8 settembre fu fatto prigioniero con i suoi uomini dai tedeschi, e destinato al campo di concentramento di Wietzendorf. Temendo che la Bandiera da lui nascosta cadesse in mani nemiche, decise di dividerla in 13 pezzi. Affidò le parti ad altrettanti Ufficiali affinchè dopo il conflitto si potesse ricomporla. Così avvenne, e nel 1979 poterono salutare la loro Bandiera di Guerra. Nel 1982 la stessa venne trasferita al Sacrario dell’Altare della Patria. E’ considerato un Eroe! La bandiera è stata recentemente richiesta presso il museo nazionale dei bersaglieri di Roma per poi essere esposta a Gubbio per poi mostrata e tutti i cittadini.


PASSANO I BERSAGLIERI

Tore mio m’à ditto addio, è partuto p’ ‘e ffruntiere…

Era bello Tore mio… l’hanno fatto bersagliere.

E so’ belle ‘e bersagliere… Fanno ‘e nenne ascì a mpazzia.

Quanno passam p’ ‘a via, tutte corrono a vvedè

Testo di un brano caratteristico del repertorio bersaglieresco scritto dopo la prima guerra mondiale . Sarà presentato dalla fanfara in forma strumentale con slancio e con ardore.

 

LA VARIATA

Gli  ordini rimbalzavano da trombettiere a trombettiere sino a raggiungere le quadriglie più lontane. I trombettieri potevano essere adoperati separatamente e alla testa dei loro reparti oppure riuniti per formare un unico plotone. Costoro erano dotati di trombe lisce, senza pistoni, con tonalità in Si bemolle, e di trombe basse che servivano a dare la cadenza, in battere, col tempo 2/4. Nel 1861 l’unione di più battaglioni diede origine al Reggimento ed il riunirsi di un numero sempre maggiore di trombettieri delineò la formazione delle future fanfare che fino al 1975 segneranno il fulcro dell’addestramento in caserma con la marcia al passo di fanfara (179 passi/minuto) cantando. Inizialmente l’organico dei bersaglieri prevedeva per ogni compagnia 13 trombe che avevano funzioni di segnali, a disposizione del comandante e degli ufficiali subalterni, sia per la normale vita di caserma che per l’azione bellica o semplicemente di addestramento. Vi presentiamo ora un brano bersaglieresco brillante dove la tomba ne fa da padrona con virtuosismo ed esecuzione velocissima . alla tromba solista il M° Fabrizio Baldacci.

 

 

LA CAMPANA DI SAN GIUSTO

La campana di San Giusto fu molto un brano popolare durante la prima guerra mondiale e fa riferimento a una delle campane della cattedrale di San Giusto, che si trova sulla sommità dell'omonimo colle che domina Trieste. Questo edificio religioso fu particolarmente caro agli irredentisti italiani durante la prima guerra mondiale. L'Italia prese infatti parte a questo conflitto per completare l'unità nazionale con l'annessione del Trentino-Alto Adige e della Venezia Giulia. La campana di San Giusto, che venne composta nel 1915 a Torino, fu molto popolare durante la prima guerra mondiale e toccò il culmine della popolarità il 5 novembre 1918, ovvero due giorni dopo l'armistizio di Villa Giusti, con il quale l'Impero austroungarico si arrendeva all'Italia, consentendo alle truppe del Regio Esercito, nella data citata, di entrare vittoriose a Trento e a Trieste.

 

IL REGGIMENTO DI PAPA’

Parte il reggimento, il reggimento di papà, alto il vessillo al vento che un dì la gloria bacerà Parte il reggimento, il reggimento di papà. Il testo di un bellissimo brano della tradizione bersaglieresca … brano scritto a cavallo della seconda guerra mondiale, molto profondo, suggestivo e rientra nel repertorio tipico delle fanfare bersaglieri …. Ecco a voi la Fanfara Bersaglieri Gubbio .


LA RICCIOLINA

Sul monte grappa ci sta una ricciolina che fa l’amore col bersaglier, brano goliardico tipico della tradizione bersaglieresca,  si potrebbe dire che è una caratteristica tipica del Bersagliere la dedizione alle donne e all'amore; anzi, i Bersaglieri trionfano in amore. In questo brano si narra  della storia tra un fante piumato cosi chiamati i bersaglieri e una ragazza veneta . insieme a flick flock è una dei brani più conosciuti e La fanfara questa sera ne proporrà un estratto.

 

VENTANNI ALLEGRAMENTE

Passan veloci i baldi bersaglieri

Le piume al vento sorridenti ognor,

passan veloci, in bicicletta fieri,

Di giovinezza son il più bel fior.

Addio brunetta, ciao bambina cara,

Ti penso sempre e tu non mi scordar;

Mentre lontano va con la fanfara

Pensa alla bionda che incontrerà.

Uno tra i motti più famosi dei bersaglieri è proprio bersagliere a 20 anni bersagliere tutta la vita . Ecco un allegro brano che inneggia alla giovinezza e allo spirito sempre giovane e frizzante del bersagliere .

 

 BIS

INNO MAMELI

Concludiamo la nostra esibizione e la serata con una versione prettamente bersaglieresca suonata e cantata dell’INNO DI MAMELI per il quale invitiamo tutti voi ad alzarsi in piedi e cantare con la fanfara.


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